lunedì 15 settembre 2014

una materna paternità

I mammi non mi piacciono, ma credo che non piacciano a nessuno.
Sono quei padri che abdicano al loro ruolo genitoriale maschile per diventare delle brutte copie delle madri.
Spesso i mammi assumono atteggiamenti genitoriali nevrotici, una serie di eccessi che poco hanno a che fare con un comportamento equilibrato e rassicurante per il bambino.
La settimana scorsa ero a Siena, splendida città, per ammirare i pavimenti del Duomo che fino a metà ottobre sono scoperti e quindi visibili al pubblico in tutta la loro magnificenza. Sono poi salito sul Facciatone, come i senesi chiamano l'altissima facciata di un grandissimo nuovo duomo che non venne mai terminato. Così è rimasta questa facciata, in cima alla quale si sale dall'interno in tutta sicurezza e dalla quale si può godere il bellissimo panorama della città sottostante su una specie di balcone ben protetto. Di fianco a me una famiglia con bambina di circa 7-8 anni. Il padre era agitatissimo e, appena arrivato, ha preteso di riportare giù immediatamente la bambina che si stava tranquillamente godendo il panorama. La mamma gli ha chiesto conto di tutta questa agitazione ingiustificata e lui ha nervosamente risposto cose assurde sulla sicurezza della bambina che, peraltro, teneva strettamente per mano, mentre conduceva in un luogo più sicuro la sua bambina.

Ben altra cosa è una sana ed autentica paternità che si arricchisce delle sfumature di tipo materno del prendersi cura affettivamente dei figli. Una paternità nella quale l'aspetto materno è in una certa misura presente ma non assume mai un ruolo centrale o prevalente e che non sovrasta, inquinandolo, il modo maschile di amare e rapportarsi con un figlio.

In ciascuno di noi è presente una componente psichica dell'altro sesso, ma questa parte non deve prevalere nè prevaricare l'Io; quando ciò avviene, sia nei maschi che nelle femmine, assistiamo a penosi scimmiottamenti delle modalità esistenziali dell'altro sesso, che danno all'osservatore esterno uno sgradevole senso di innaturalezza e forzatura.
Chi, invece, riesce a far convivere in sè creativamente gli aspetti maschili e femminili valorizzandoli entrambi, avrà maggiore capacità di relazionarsi con gli altri in modo realmente equilibrato e naturale.  

2 commenti:

Frida ha detto...

Forse il padre soffriva di vertigini, ma non lo voleva ammettere (forse si vergognava?), e così ha usato la bambina come alibi.

alessandra ha detto...

Un padre ansioso che non significa "Mammo" è sempre una questione di equilibrio, noi genitori siamo persone con caratteri e vissuti molto diversi tanto a volte da confondere un giusto modello educativo e mettere sottosopra ruoli che dovrebbero essere indicatori e da guida per uno sviluppo armonioso nella mente di un bimbo. Uomini troppo mammi secondo me possiedono un gran dose di femminilità insita nel loro essere.