sabato 26 ottobre 2013

diventare se stessi

Nietsche diceva che Si ripaga male un maestro se si rimane sempre scolari, a me viene da aggiungere che si ripaga male un genitore se si rimane sempre figli.

lunedì 21 ottobre 2013

la paura delle responsabilità

La differenza tra il bambino e l'adulto consiste fondamentalmente nella consapevole accettazione delle responsabilità.
E' comodo evitare responsabilità, ma in questo modo si evita di crescere.
Alcuni bambini hanno paura di crescere, altri lo desiderano: credo che spesso la differenza sia determinata dall'atteggiamento dei genitori nei confronti delle responsabilità che la vita familiare e in genere la vita adulta necessariamente comporta. Un genitore che accetta di buon cuore le difficoltà degli impegni che si è assunto insegna ai figli che crescere è bello.

Accettare responsabilità significa radicarsi nel mondo e rinunciare a dilettarsi tutta la vita con infinite possibilità.
Certo, occorre essere liberi per autolimitarsi e non farlo perchè altri ce lo impongono con la violenza fisica o morale oppure con ricatti affettivi; questa è forse la cosa più impegnativa da realizzare.

Una nazione di irresponsabili è una nazione che non va da nessuna parte, un luogo dove ciascuno cura solamente il proprio orticello e si disinteressa completamente di quelli degli altri.

Credo che bisogna uscire da un equivoco: nessuno può salvare il mondo, nessuno può dare agli altri più energie di quelle che realmente ha disponibili, e d'altra parte è vero che dobbiamo destinare a noi stessi un numero sufficiente di attenzioni, per sopravvivere decentemente bene; ma tra i due estremi (l'egoista e il santo) c'è la realtà delle relazioni umane, che ha il suo fondamento oltre che nell'amore, anche nella responsabilità e nel rispetto sia per noi stessi che per gli altri.


giovedì 17 ottobre 2013

salviamo i bambini

Salviamo i bambini.
Cerchiamo di immaginare chi sono e cosa hanno dentro. Non i bambini in generale, ma quello lì, quello che abbiamo davanti e che ci sta guardando coi suoi occhi bambini.
Ascoltiamoli.
Se gridano, c'è sempre un motivo, come del resto anche noi.
Se sono felici, c'è sempre un motivo, come del resto per noi.
Ho visto bambini trascinati, urlanti, da genitori inflessibili, quasi aguzzini, convinti della bontà della propria cattiveria.
Perchè non si può ragionare coi bambini? Forse perchè noi non ragioniamo con loro?
Perchè non ci raccontano niente? Forse perchè noi non raccontiamo niente a loro?
I bambini hanno paura delle nostre paure, delle nostre incertezze mascherate da rigidità.
I bambini capiscono tutto, hanno antenne sensibilissime, sanno perfettamente quali sentimenti ci abitano il cuore. E' inutile volerli imbrogliare, riescono sempre a smascherare le nostre bugie, anche se non trovano il coraggio di dircelo e si tengono la terribile verità tutta per loro.
I bambini soffrono per noi. Recitano la parte che noi non abbiamo imparato. 
E ci vogliono salvare, vogliono che noi stiamo bene, perchè senza di noi sono perduti; noi lo sappiamo e spesso ci marciamo sopra. 
Anche quando ci fanno ammattire, quasi sempre lo fanno per farci sapere che c'è qualcosa che non va e che loro non hanno il potere di cambiare le cose.
Lo so, non è facile, perchè siamo sempre di corsa, perchè c'è tanto da lavorare o perchè abbiamo mille problemi. Ma cerchiamo di regalare loro, in mezzo ai giocattoli di cui li riempiamo, il dono più grande: la verità, l'autenticità, l'ammissione che non siamo extra-terrestri, che anche noi ci stanchiamo, ma che anche in quei momenti loro non escono dal nostro cuore.
Facciamoli sentire amati, perchè è questo di cui hanno bisogno. 
Stiamo dalla loro parte, loro staranno dalla nostra.
Come dice l'I King: non vi è nulla che sia più facile da evitare e più difficile da eseguire che spezzare la volontà ai bambini.

giovedì 10 ottobre 2013

la scuola oltre il fiume (1959)

Non voglio commentare, non voglio paragonare gli anni passati ai nostri giorni.
Ma qualche riflessione si può fare, dopo aver guardato questo breve filmato del 1959:


domenica 6 ottobre 2013

le opere di Jung alla biennale di Venezia

Un'idea per un fine-settimana piovoso d'autunno? Andare a visitare la Biennale di Venezia, aperta fino al 24 novembre, esclusi i lunedì. 
Quest'anno, per noi psicologi junghiani, c'è una chicca: l'esposizione delle tavole dipinte da Jung che illustrano il suo Libro Rosso, recentemente pubblicato anche in Italia.

Proprio ieri, un amico che non è psicologo e non è junghiano, ma è semplicemente un artista creativo, mi ha raccontato, assieme alla moglie, le emozioni che hanno provato davanti a queste opere di Jung esposte ai Giardini della Biennale, sostenendo che sono stupefacenti anche dal punto di vista tecnico-pittorico, paragonabili ad antiche preziose miniature.

Ma fare un giro alla Biennale, lui sostiene, fa bene comunque, perché si entra in contatto con creazioni di artisti di ogni parte del mondo e ci si apre un po' la testa, ci si relaziona con stimoli che attivano i nostri sentimenti e i nostri pensieri, come un invito a un dialogo che vada oltre la tradizionale ricerca del bello.

Se volete avere subito un'idea delle immagini realizzate da Jung, potete guardare qui:
https://www.google.it/search?q=libro+rosso+jung&espvd=210&es_sm=122&um=1&ie=UTF-8&hl=it&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi&ei=fWdRUumWKabo4QTg_4HIBg

giovedì 3 ottobre 2013

amor sacro e amor profano

Amor sacro e amor profano - Tiziano - 1514
Mi ha sempre lasciato perplesso la contrapposizione tra amore sacro e amor profano, mi ha sempre lasciato con una sensazione di incompiutezza, come due parti che non rappresentano l' intero perché sono vissute come scisse, opposte tra loro.
Io credo che l'amore possa contenere in sé entrambi i termini. 
Fisicità e spiritualità sono due modalità che, se congiunte, possono esprimere compiutamente l'incarnazione dell'amore.
L'Amore è uno solo e la sua sacralità si può manifestare appieno nel rapporto fisico tra corpi non disgiunti dall'anima, ma vivificati dalla totalità con cui si può essere nella relazione amorosa, anche al di fuori delle credenze religiose e dei sacramenti. 
Un esserci completamente, che include necessariamente la presenza del sacro accanto al profano.