domenica 27 gennaio 2013

la stanza del venerdì

Come gli attori, portiamo sempre con noi una valigia piena di trucchi e di vestiti di scena.
Raramente, purtroppo, ci è concesso di scendere dal palcoscenico e di stare in mezzo agli altri con la nostra faccia vera, col nostro cuore in mano, sicuri di essere insieme a persone sincere.
Uno di questi posti è diventato La stanza del venerdì, il luogo dove da novembre ogni quindici giorni, si riunisce il gruppo che lavora sull'autenticità nelle relazioni, la cui nascita vi avevo raccontato in ottobre.
Nel video qui sotto vedrete tanti attori, bravissimi: nella stanza del venerdì non ce n'è neanche uno.
Ci sono solo delle persone vere che, per la gioia di tutti, si rispettano, dialogano tra loro e si donano reciprocamente la possibilità di relazioni autentiche.


mercoledì 23 gennaio 2013

dopo una separazione

Opera di Anna Maria Verrastro
A causa di una separazione può capitare di essere per la prima volta davvero soli a portare avanti la propria vita, a tenerne tutto il peso sulle proprie braccia.
Prima, si era sempre vissuti in famiglia, coi genitori, con la fidanzata o il fidanzato, con la moglie o il marito, poi il taglio netto: la separazione. Per la prima volta si vive da soli, in un luogo tutto per sé, dove non c'è nessuno che rompe le scatole, ma non c'è nessuno su cui si possa contare o con cui si possa condividere la vita quotidiana.
Ci si deve arrangiare da soli, ci si deve organizzare; si è in presa diretta con la vita, non ci sono mediazioni.
Se ci sono figli, ci saranno problemi, ma anche molta compagnia; se i figli non ci sono, si è proprio soli.
A qualcuno capita che questo cambiamento di vita avvenga in fredde giornate invernali, quando cade la neve, quando tutto è ovattato, il mondo è freddo, bianco e silenzioso, quando non si può camminare per strada insieme agli altri, quando tutti stanno rintanati nelle loro case, magari poco prima di Natale.
In quei momenti bisogna cercare dentro di sé tutto il proprio calore, diventarne consapevoli e servirsene per farsi compagnia e volersi bene. Perché  fuori si percepisce solo freddo, vuoto e silenzio.
Ma quel freddo, quel vuoto e quel silenzio possono costituire un perimetro esterno che delimita e crea il nostro autentico spazio d'anima, dove possiamo stare, spesso per la prima volta, in compagnia delle nostre vere verità e della nostra affettività più autentica.
Gustav Klimt - La lady davanti al caminetto (1897-98)
Se riusciamo ad accendere il fuoco del caminetto che c'è dentro di noi, se godiamo del tepore che esso crea, se ci scaldiamo al calore della nostra anima, sarà come essere sopravvissuti dopo avere fatto un viaggio al Polo Nord e sapremo con certezza che ci potremo permettere di andare in qualunque altro luogo dell'anima o della Terra senza grandi timori, perché la solitudine non ci farà più paura, perché saremo sopravvissuti dopo essere passati attraverso il vuoto totale e ci sentiremo più vivi di prima.
Sarà come scoprire che abbiamo, dentro di noi, un porto dove possiamo rifugiarci durante tutte le tempeste, un luogo dell'anima da cui potremo ripartire ogni volta che lo vorremo. 

sabato 19 gennaio 2013

giorgio gaber


Dieci anni fa moriva Giorgio Gaber.

Lunedì prossimo 21 gennaio in prima serata su Raitre, Fabio Fazio dedicherà tutta la trasmissione Che tempo che fa al suo ricordo.

Gaber era un cantante, un attore, un mimo, ma soprattutto un uomo che trasmetteva le proprie verità (che si potevano condividere o non condividere) offrendole con molta semplicità, direttamente, senza perifrasi e senza cercare il consenso. 
Infatti a tanti non piaceva, forse anche perchè nessuno è mai riuscito ad incasellarlo politicamente; qualcuno gli ha dato del qualunquista, ma non credo che sia corretto, perchè criticava ciò che riteneva doveroso criticare, a prescindere dall'appartenenza, dai giochi di potere e dalle tendenze che andavano di moda.

Si è occupato degli esseri umani, cioè di tutti noi, dei nostri dubbi e delle nostre debolezze, spesso in modo delicatamente ironico, sempre  rispettoso con i più sofferenti e a volte feroce contro i prepotenti.
I problemi affettivi e di genere erano da lui sempre presi in considerazione accanto a quelli sociali e politici; l'uomo di cui si è sempre interessato era l'uomo intero, visto sia nella sua interiorità che nelle relazioni con gli altri.
I testi che cantava e recitava non erano mai neutri, mai banali, inducevano sempre a riflettere, ad indignarsi, a sorridere, a provare sentimenti.
Aveva la capacità di andare all'essenziale, sia con la voce che con i movimenti del corpo.

Per ricordarlo, ho scelto questo video perchè è una riflessione sulla capacità maschile di amare e sintetizza bene, credo, l'importanza di ciò che ci ha lasciato nei suoi anni di attività.

giovedì 17 gennaio 2013

come aumentare la fiducia in sé

Emanuela, in un commento al post precedente, ha chiesto: 

mi interesserebbe capire se e come sia possibile aumentare la fiducia in sé stessi, sia per un adulto che per un bambino o ragazzo.

Subito dopo la nascita, i genitori ci fanno sentire fisicamente ed emotivamente qual'è il loro grado di fiducia in se stessi e nel mondo, attraverso il modo in cui si rapportano con noi (ansia, serenità, preoccupazioni, accoglienza, panico ecc.): è quella che viene chiamata la fiducia di base, la fiducia nella vita.
Per aumentare questa fiducia di base, io credo che ciò che serve di più siano le relazioni con persone che ci ascoltano, che ci vogliono bene, che ci rispettano, che ci stimano, che non pretendono da noi niente se non ciò che noi possiamo concretamente fare in ciascun momento della nostra vita. 
Persone che se riusciamo in qualcosa ci apprezzano, ma che se non riusciamo, ci sostengono affettivamente, stimolandoci positivamente a riprovare e a migliorare, senza colpevolizzarci.
Persone che percepiscono le nostre qualità e potenzialità, ma che si rendono conto anche delle difficoltà che possiamo avere nel realizzarle concretamente.
Persone che non si scandalizzano dei nostri cali di energia, dei momenti di stanchezza, dei nostri dubbi, delle nostre paure ed incertezze.
Insomma, persone che non subordinano alla nostra riuscita la propria fiducia in se stesse e che sono sempre nostri sostenitori, a prescindere dai nostri risultati, indipendentemente da tutti e da tutto.
E se non troviamo nessuno che si comporta così con noi, non rimane che una possibilità: cercare di essere noi a prenderci cura così di noi stessi.


lunedì 14 gennaio 2013

la mancanza di fiducia

Foto di Mauro Viaretti
Quando si è bambini, quando si è adolescenti, la mancanza di fiducia dei nostri genitori ci può fare molto male. Ci può fare sentire soli, traditi, non amati, svalorizzati.
Le persone più importanti al mondo non si fidano di noi, pensano che siamo persone negative, incapaci di fare la nostra parte, di rispettare i patti, ci considerano potenziali traditori.
Si può piangere e singhiozzare per una cosa simile, si può sentirsi scendere dentro ad un abisso di disperazione. E si può diventare aggressivi, freddi, distaccati emotivamente, si può perdere la fiducia negli altri, in sé, nel mondo.
Ci si sente positivi e l'immagine che lo specchio dei genitori ci rimanda è negativa. Il danno può essere più o meno profondo, può perfino continuare a produrre i suoi effetti negativi per tutta la vita, perché per tutta la vita abbiamo bisogno della fiducia nostra o di qualcuno, come del cibo che mangiamo quotidianamente.

mercoledì 9 gennaio 2013

l'inizio

Inizia un nuovo anno.
C'è, nell'inizio, tutta la tenerezza, la delicatezza di una cosa appena nata, senza una precisa identità, senza sicure certezze, il nascere cui segue il puro divenire.
Non ci sono colori definiti, solo tenui, cangianti sfumature.
E' davvero un inizio, non la ripetizione di schemi già vissuti.
Andiamo incontro all'inatteso, forti delle nostre convinzioni e delle nostre esperienze.
Abbiamo davanti dodici mesi: sono tanti, sono lunghi, possono accadere tante cose, belle e meno belle.
Avremo comunque la possibilità di vivere, di diventare più consapevoli di noi stessi, di creare nuove relazioni e modificare quelle già esistenti, e forse sarebbe bene che sentissimo tutto ciò come una grande opportunità e che non lo dessimo troppo per scontato, perchè il 2013 non è mai esistito prima e, dopo, non esisterà mai più.